5-5-2015 Paolo VI e l’Humanae vitae

Paolo VI e l’Humanae vitae. Famiglia, sponsalità e generazione

5 maggio 2015, ore 18
Sala “E.Magenes” Collegio Santa Caterina, Via S.Martino 17B – Pavia

organizzato in collaborazione con:
Diocesi di Pavia, Centro Aiuto Vita, Collegio Universitario S. Caterina da Siena

intervento di:

Maurizio Chiodi, teologo

locandina

23-4-2015 Famiglia Naturale

Famiglia naturale: battaglia di retroguardia o storica profezia?

23 aprile 2015, ore 21
Sala “E.Magenes” Collegio Santa Caterina, Via S.Martino 17B – Pavia

organizzato in collaborazione con:
Diocesi di Pavia, Centro Aiuto Vita, Collegio Universitario S. Caterina da Siena

interventi di:
FRANCESCO BELLETTI
(Presidente Nazionale Forum Associazioni Familiari)

FLORA GUALDANI
(Fondatrice di Casa Betlemme)

locandina

Relazione di F. Gualdani

9-5-2015 Convegno sui metodi naturali

Convegno sui metodi naturali

9 maggio 2015, ore 9-13
Sala “E.Magenes” Collegio Santa Caterina, Via S.Martino 17B – Pavia

organizzato in collaborazione con:
Diocesi di Pavia, Centro Aiuto Vita, Collegio Universitario S. Caterina da Siena

Programma

Ore 9.15 Apertura e saluti
Ore 9.30 La fertilità umana
CESARE GIANATTI (biologo, insegnante metodi naturali):
Spunti di ricerca e uso pratico
GABRIELLA BOZZO (ginecologa, insegnante metodi naturali):
Accompagnare la donna, accompagnare la coppia

Ore 10.30 MARIAGIOVANNA LENTI e PIERLUIGI BERETTA:
Testimonianza di due sposi
Ore 11.30 Tavola rotonda: L’incanto e il corpo: il significato del piacere sessuale
Con GABRIELLA BOZZO e CESARE GIANATTI, partecipano:
ELENA FABIO (ginecologa Consultorio familiare onlus di Pavia), LUANA STRIPPARO
(ginecologa Clinica Mangiagalli di Milano), ANNA MARIA MORARDO (psicologa
Consultorio familiare onlus di Pavia). Modera GIANNI MUSSINI (Consultorio familiare onlus)
Conclusioni
Don GIOVANNI LODIGIANI (Consulente etico ed ecclesiale Consultorio familiare onlus)

locandina

Iniziative 2015 per la famiglia e per la vita

Iniziative 2015 per la famiglia e per la vita

Beatificazione di Paolo VI
XX dell’Evangelium vitae
X della morte di San Giovanni Paolo II

 

23 aprile 2015, ore 21, Collegio Santa Caterina
“La famiglia naturale: battaglia di retroguardia o storica profezia?”
Incontro con:
Francesco Belletti, presidente nazionale Forum delle Associazioni familiari
Flora Gualdani, fondatrice di “Casa Betlemme”.

5 maggio 2015, ore 18, Collegio Santa Caterina
Il teologo Stefano Chiodi interviene sull’Humanae vitae

9 maggio 2015, ore 9-13, Collegio Santa Caterina
Convegno sui metodi naturali
con Gabriella Bozzo, Cesare Gianatti, Elena Fabio, Luana Stripparo, Anna Maria Morardo
Con una testimonianza di Maria Giovanna Lenti e Pier Luigi Beretta.

 

Altre iniziative:

29 aprile, ore 17 palazzo del Broletto di Pavia
Inaugurazione della mostra “Grandi Maestri per papa Montini”
(con opere di Chagall, Matisse, Burri, Guttuso, Carpi e tanti altri)

20 maggio, ore 18, Collegio Santa Caterina
“L’università e i giovani secondo Giovanni Battista Montini-Paolo VI”

 

PROMOTORI
Diocesi di Pavia, Consultorio familiare onlus, CAV e Movimento per la vita di Pavia, Collegio Santa Caterina

Rassegna stampa – Convegno 22 marzo 2014

22 maggio 2017 – Convegno “Tomba dell’anima o tempio dello Spirito”

“Tomba dell’anima o tempio dello Spirito” – Convegno
Almo Collegio Borromeo – sabato 27 maggio 2017

Nota di introduzione:

«Nella descrizione biblica l’esclamazione del primo uomo alla vista della donna creata è
un’esclamazione di ammirazione e di incanto, che attraversa tutta la storia dell’uomo sulla terra».
Sembrano le parole di un innamorato… In effetti, il loro autore – san Giovanni Paolo II – ha sempre
dimostrato una grande, rispettosa considerazione per l’amore umano e la sessualità coniugale, il cui
frutto sarà la “Teologia del corpo” elaborata quando era ancora vescovo di Cracovia e poi ripresa
integralmente, una volta diventato pontefice., nelle catechesi del mercoledì.
Si tratta di una possente intuizione ancora poco nota persino all’interno della Chiesa, eppure
lo stesso papa Francesco l’ha ripresa e valorizzata nell’Amoris laetitia. Con essa si supera la
secolare diffidenza della cultura occidentale nei confronti della “carne”: con il cristianesimo il
corpo ha cessato di essere “tomba dell’anima” – come sostenevano i filosofi neoplatonici – per
tornare a essere “tempio dello Spirito Santo”, secondo la definizione di san Paolo. Così la sessualità
diventa “linguaggio”, e il corpo è protagonista di una comunicazione che integra quella fatta di
sentimenti e parole. La sessualità è cioè forma dell’indicibile (l’amore nella sua pienezza) e, come
tale, risorsa santa e necessaria.
Mi capita spesso di parlarne, con mia moglie, nei corsi prematrimoniali: i fidanzati sono
semplicemente entusiasti di questa prospettiva, che sentono come rivoluzionaria rispetto al
pansessualismo dominante perché implica un uso consapevole, intelligente ed evoluto della
genitalità.
Che non sia un discorso clericale è provato dal fatto che ormai diverse voci laiche mostrano
un crescente interesse per questo approccio. L’ultima è quella di Thérèse Hargot. Splendida
trentatreene belga, di professione filosofa e sessuologa, atea dichiarata, è autrice di un libro che,
dopo lo strepitoso successo incontrato in Francia, è stato ora pubblicato in italiano con il titolo Una
gioventù sessualmente liberata (o quasi) (Sonzogno, euro 16,50). Si tratta di un saggio molto critico
nei confronti dei «nuovi tabù» della società consumistica, che ha esteso il proprio materialismo
anche alle relazioni affettive. Chi ne fa le spese sono i più giovani, derubati di quell’incanto
amoroso che rende irripetibile la vita: «Ho scritto questo libro – spiega la Hargot a Daniele Zappalà
su Avvenire del 1 giugno scorso – perché la maggioranza degli adulti non sono consapevoli della
posta in gioco nell’adolescenza» mentre i ragazzi sono «ingozzati di immagini sessuali». Uno dei
problemi principali è proprio l’«esplosione dell’industria pornografica» favorita da Internet e dagli
altri nuovi mezzi di comunicazione. Così la pornografia è accessibile in ogni momento della
giornata e a fasce di età anche molto giovani, sostiene la filosofa (che tra il resto è impegnata in
diverse iniziative scolastiche), finendo per condizionare anche la normale pubblicità e la televisione.
La conseguenza è che «il sesso diventa qualcosa che si consuma e l’altro un semplice oggetto di
piacere», non una persona dotata di una sua sensibilità profonda, fatta di un «unicum fra corpo ed
emozioni».
Il problema è proprio questo. Una sessualità usata, consumata in modo compulsivo sino a
creare una vera e propria dipendenza, stimolata in mille modi attraverso la pubblicità o mille altre
sottili seduzioni. Una sessualità che, detto per inciso, rischia di trasferirsi anche alla vita delle
coppie adulte e che alla lunga finisce per stancare.
Che fare allora? La stessa Thérèse Hargot spiega che sinora si è fatta molta informazione, ma
«informare non equivale a educare», poiché «educare significa fare in modo che i giovani possano
divenire uomini e donne liberi, dunque capaci di scegliere ciò che corrisponde al loro bene». E
invece si insiste nel parlare di sessualità nelle scuole solo dal punto di vista dell’igiene
(preservativo, pillola…), ma «per gli adolescenti le grandi questioni divoranti sono altre: cosa
significa divenire un uomo e una donna? Qual è il senso della vita? Cosa significa amare? Ed essere
liberi e consenzienti?». Con la terribile chiosa che «su tutte queste domande l’istituzione scolastica
e spesso anche i genitori non trovano il tempo o il modo per fare vera educazione». Non che
l’informazione non sia importante, ma essa resta comunque «secondaria rispetto all’educazione».
Proprio per fornire un’educazione integrale, né libertina né bigotta ma responsabilizzante e in
grado di aprire gli occhi dei nostri ragazzi alla prospettiva entusiasmante dell’amore, ci sono in
Italia diverse realtà e associazioni in grado di aiutare genitori ed educatori. Per esempio il
Consultorio familiare onlus di Pavia offre gratuitamente a giovani e coppie (anche adulte!) una
Scuola di Biofertilità dedicata all’approfondimento personalizzato degli aspetti naturali della
sessualità e delle sue inaspettate risorse.

Saluto del Vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti – PDF

Rassegna stampa

 

Rassegna stampa – Convegno 22 maggio 2017

Galleria foto – Convegno 29 marzo 2014

22-3-2014 Cerimonia di Dedicazione a Giancarlo Bertolotti

Testimonianza su Giancarlo Bertolotti
M. Anna Maria Cànopi osb
Abbazia Benedettina «Mater Ecclesiæ» – Isola San Giulio – Orta (Novara)

Ho conosciuto Giancarlo Bertolotti mentre era studente all’Università di Pavia e ospite – con borsa di studio assegnata per merito – dell’Almo Collegio Borromeo. In quegli anni rettore del collegio era don Cesare Angelini con il quale ero in relazione a motivo di comuni interessi letterari.
Giancarlo era più giovane di me, che avevo già terminato gli studi e lavoravo in un centro di tutela minorile istituito presso il Procuratore della Repubblica di Pavia. Ci siamo conosciuti per il comune impegno che avevamo di assistenza ai ragazzi in situazione di disagio e conseguente condotta sregolata. Giancarlo lo faceva come volontario della carità di San Vincenzo.
Ci siamo, quindi, trovati ad interessarci insieme di alcuni ragazzi che lui mi segnalava e che a mia volta gli affidavo perché potesse, in qualche modo, seguirli da vicino.
Posso dire di lui, senza esagerare, che era un giovane straordinariamente buono e puro. Dal suo sguardo traspariva la luce
interiore che lo guidava alla sequela di Cristo, libero dalle molte seduzioni del mondo che facilmente avvincono i giovani. Con i suoi compagni di studi era amabile, ma riusciva a non partecipare alle loro iniziative di  divertimento. Il suo tempo era tutto dedicato allo studio e ai bisognosi.
Ricordo bene quando – già decisa ad entrare in monastero – lo incontravo per presentargli alcuni ragazzi particolarmente difficili che rischiavano di essere internati alle carceri minorili Beccaria, a Milano, o che ne erano stati dimessi. Se io avevo verso di loro una sollecitudine materna, non minore era la sua compassione. Egli cercava di aiutarli a migliorare supplendo con le attenzioni le carenze affettive di cui quasi tutti soffrivano a causa della famiglia disastrata che avevano alle spalle o dell’assenza della  famiglia, essendo figli di ragazze madri, esse pure bisognose di assistenza.
Giancarlo aveva una maturità superiore alla sua età, e questo era frutto della sua solida fede e della sua preghiera. Anche lui partecipava alla Messa ogni mattina e trovava il tempo per pregare anche durante la giornata. Non si dava mai allo svago. Unica sua distensione, nelle vacanze, era qualche sosta o gita in montagna. La sua passione per le montagne era segno della sua anima contemplativa sempre protesa a cercare il Volto di Dio.
In tutto dimostrava di amare la vita, di amare Dio e la bellezza delle sue creature.
Lo salutai qualche giorno prima di entrare in monastero lungo una via stretta che dal Duomo porta alla chiesa del Carmine. Gli dissi pressappoco queste parole: «Giancarlo, io vado a dare la mia vita per la vita di tutti gli uomini; tu rimani a dedicarti alla vita di quelli che hai attorno e hanno bisogno di essere accolti e amati».
«Spero – mi rispose – di riuscire a farlo con l’aiuto di Gesù e della Vergine Madre». Eravamo arrivati alla chiesa del Carmine, dove allora era parroco don Luigi Gandini, un santo prete animato da grande carità pastorale, particolarmente premuroso verso i malati che spesso accompagnava a Lourdes. Un momento breve ma intenso di preghiera e poi un saluto stringendoci le mani, prima che la commozione giungesse alle lacrime.
Non ci fu tra noi alcuna comunicazione diretta in tutti gli anni in cui io ero in monastero a Viboldone e lui, terminati gli studi di ginecologia, esercitava la sua professione presso il policlinico San Matteo. Mi giungevano ogni tanto echi della sua integerrima condotta professionale, della sua netta opposizione all’aborto, della sua carità nel sostenere le donne povere che egli persuadeva ad accettare la maternità.
Quando ebbi notizia della sua morte per incidente stradale, mentre si recava all’ospedale in automobile a vedere una donna che aveva avuto un parto difficile, pensai: sacrificio della sua vita per la vita! E me lo sentii vicino come nell’ultimo saluto. Ecco, carissimo Giancarlo, per te “tutto è compiuto”! Ora prega per noi!

Fascicolo Cànopi 22 marzo 2014 – A
Fascicolo Cànopi 22 marzo 2014 – B