22-3-2014 Cerimonia di Dedicazione a Giancarlo Bertolotti

Testimonianza su Giancarlo Bertolotti
M. Anna Maria Cànopi osb
Abbazia Benedettina «Mater Ecclesiæ» – Isola San Giulio – Orta (Novara)

Ho conosciuto Giancarlo Bertolotti mentre era studente all’Università di Pavia e ospite – con borsa di studio assegnata per merito – dell’Almo Collegio Borromeo. In quegli anni rettore del collegio era don Cesare Angelini con il quale ero in relazione a motivo di comuni interessi letterari.
Giancarlo era più giovane di me, che avevo già terminato gli studi e lavoravo in un centro di tutela minorile istituito presso il Procuratore della Repubblica di Pavia. Ci siamo conosciuti per il comune impegno che avevamo di assistenza ai ragazzi in situazione di disagio e conseguente condotta sregolata. Giancarlo lo faceva come volontario della carità di San Vincenzo.
Ci siamo, quindi, trovati ad interessarci insieme di alcuni ragazzi che lui mi segnalava e che a mia volta gli affidavo perché potesse, in qualche modo, seguirli da vicino.
Posso dire di lui, senza esagerare, che era un giovane straordinariamente buono e puro. Dal suo sguardo traspariva la luce
interiore che lo guidava alla sequela di Cristo, libero dalle molte seduzioni del mondo che facilmente avvincono i giovani. Con i suoi compagni di studi era amabile, ma riusciva a non partecipare alle loro iniziative di  divertimento. Il suo tempo era tutto dedicato allo studio e ai bisognosi.
Ricordo bene quando – già decisa ad entrare in monastero – lo incontravo per presentargli alcuni ragazzi particolarmente difficili che rischiavano di essere internati alle carceri minorili Beccaria, a Milano, o che ne erano stati dimessi. Se io avevo verso di loro una sollecitudine materna, non minore era la sua compassione. Egli cercava di aiutarli a migliorare supplendo con le attenzioni le carenze affettive di cui quasi tutti soffrivano a causa della famiglia disastrata che avevano alle spalle o dell’assenza della  famiglia, essendo figli di ragazze madri, esse pure bisognose di assistenza.
Giancarlo aveva una maturità superiore alla sua età, e questo era frutto della sua solida fede e della sua preghiera. Anche lui partecipava alla Messa ogni mattina e trovava il tempo per pregare anche durante la giornata. Non si dava mai allo svago. Unica sua distensione, nelle vacanze, era qualche sosta o gita in montagna. La sua passione per le montagne era segno della sua anima contemplativa sempre protesa a cercare il Volto di Dio.
In tutto dimostrava di amare la vita, di amare Dio e la bellezza delle sue creature.
Lo salutai qualche giorno prima di entrare in monastero lungo una via stretta che dal Duomo porta alla chiesa del Carmine. Gli dissi pressappoco queste parole: «Giancarlo, io vado a dare la mia vita per la vita di tutti gli uomini; tu rimani a dedicarti alla vita di quelli che hai attorno e hanno bisogno di essere accolti e amati».
«Spero – mi rispose – di riuscire a farlo con l’aiuto di Gesù e della Vergine Madre». Eravamo arrivati alla chiesa del Carmine, dove allora era parroco don Luigi Gandini, un santo prete animato da grande carità pastorale, particolarmente premuroso verso i malati che spesso accompagnava a Lourdes. Un momento breve ma intenso di preghiera e poi un saluto stringendoci le mani, prima che la commozione giungesse alle lacrime.
Non ci fu tra noi alcuna comunicazione diretta in tutti gli anni in cui io ero in monastero a Viboldone e lui, terminati gli studi di ginecologia, esercitava la sua professione presso il policlinico San Matteo. Mi giungevano ogni tanto echi della sua integerrima condotta professionale, della sua netta opposizione all’aborto, della sua carità nel sostenere le donne povere che egli persuadeva ad accettare la maternità.
Quando ebbi notizia della sua morte per incidente stradale, mentre si recava all’ospedale in automobile a vedere una donna che aveva avuto un parto difficile, pensai: sacrificio della sua vita per la vita! E me lo sentii vicino come nell’ultimo saluto. Ecco, carissimo Giancarlo, per te “tutto è compiuto”! Ora prega per noi!

Fascicolo Cànopi 22 marzo 2014 – A
Fascicolo Cànopi 22 marzo 2014 – B

Tra carità e bellezza: un consultorio per Giancarlo

Ci si vedeva ogni lunedì verso sera noi volontari pro vita di Pavia in via Menocchio 10, ruspantissima sede del primo embrione di consultorio familiare e, insieme, del Movimento per la vita e poi del CAV. Giancarlo Bertolotti arrivava di solito molto tardi, spesso ben oltre le 20, affannato reduce dal Policlinico (dove faceva il ginecologo aiutando molte donne a vincere la tentazione dell’aborto) e dai suoi mille impegni di pietà e carità cristiana. Quasi sempre aveva in mano una busta con il denaro necessario – a seconda dei casi – ad aiutare una ragazza madre, una famiglia, una coppia di giovani desiderosi di iscriversi al corso per l’insegnamento dei metodi naturali, anzi del “bell’amore” come amava dire secondo l’espressione inventata da papa Giovanni Paolo II. Pochissime parole, lunghi silenzi, sguardi intensi. Poi volava via trepido e ispirato, come avesse un urgente appuntamento con il Padreterno.

A un certo punto cominciò a “insistere”, sempre a furia di sguardi e silenzi, su un’altra delle sue invenzioni di carità: bisognava fare un consultorio familiare che fosse accreditato dalla Regione Lombardia e che potesse perciò agire come consultorio pubblico, capace di aiutare le donne e le coppie nel momento della gravidanza ma anche nella proposta di una complessiva crescita umana. In questo modo, le competenze professionali avrebbero esaltato l’altrettanto indispensabile ispirazione personalistica tanto cara alla nostra antropologia. Idee forza del progetto erano la tutela incondizionata della vita dal concepimento al termine naturale; la promozione della famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla nascita; la proposta di una formazione della coppia secondo il rispetto e la valorizzazione dei ritmi naturali di fecondità.

Più di una volta Giancarlo arrivò da noi con un folto fascicolo di materiali, copia di quelli già serviti per il consultorio di Binasco, che praticamente costituivano un kit pronto per l’uso: non restava che fare altrettanto qui a Pavia. L’impresa ci pareva però ardua, per non dire impossibile. Eravamo pochi: il presidente Sandro Assanelli, la segretaria Maria Teresa Midali e un troppo  numerato stuolo di altre meravigliose persone che davano una mano. Però intanto la nostra attività complessiva aveva cominciato a prendere piede: nascono bambini, corsi per fidanzati ed educatori, iniziative di raccolta fondi (“un fiore per la vita”), persino il festival canoro organizzato per conto del Movimento per la vita nazionale…  Insomma, bisognava essere pazzi per imbarcarsi nella nuova avventura, ma noi lo eravamo già abbastanza. Alla fine, per iniziativa gagliarda di Assanelli e con l’aiuto della Diocesi (vescovi rispettivamente due Giovanni: Volta e Giudici), ecco che nel luglio 2005 riuscimmo a partire, concretizzando prima la messa a norma della nuova sede di Via Bernardino da Feltre, poi le pratiche di accreditamento con la Regione. Proprio il kit di Giancarlo. Il quale – scomparso in un incidente stradale il 5 novembre successivo – fece però in tempo a vedere realizzato, sia pure a un livello solo incipiente, quel suo sogno.

Ho detto “sogno”, parola forse melensa e comunque inadatta. Quello di Giancarlo era infatti un rigoroso razionalissimo progetto cristiano, affidato alla benedizione del Cielo e all’intelligenza operosa degli uomini. A distanza di pochi anni ora il Consultorio si rivolge a una media di 150 utenti alla settimana e, operando in sinergia con il CAV (segretaria comune è l’inesauribile Laura Boiocchi, le sedi stesse sono contigue), ha già permesso di aiutare centinaia di donne a superare la tentazione dell’aborto. Ciò anche grazie agli ottimi rapporti con la Asl e con gli enti locali.

Si capisce allora perché proprio a Giancarlo Bertolotti si è deciso di dedicare il Consultorio e soprattutto si capisce l’insegnamento di tutta questa storia: vale sempre la pena di dar retta ai santi.

Gianni Mussini

 

Iniziative 2014 – tre appuntamenti per Giancarlo Bertolotti

Il 22 marzo 2014 il Consultorio familiare di Pavia è stato dedicato al servo di Dio Giancarlo Bertolotti, che è stato “ginecologo attento alla sensibilità femminile, difensore della vita umana sin dal concepimento, studioso dei ritmi naturali della fertilità”, come recita la targa scoperta e benedetta dal Vescovo di Pavia Mons. Giovanni Giudici.

Alla cerimonia, inaugurata dalla lettura di un messaggio di Madre Anna Maria Canopi, sono intervenuti anche Mons. Gabriele Bernardelli (delegato per le cause dei Santi della Diocesi di Lodi, della quale è originario il servo di Dio); il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo; l’assessore provinciale Franco Brendolise; la presidente del CAV Assunta Zanetti; Franco Bertolotti (cugino del servo di Dio); mentre ha mandato il suo saluto Nando Belli, attuale presidente del Consultorio. Testimonianze toccanti hanno proposto la ginecologa Franca Ravagni; Silva Coppola, paziente di Giancarlo; Pia Manzini, responsabile de “La Fucina”.

 

Il 29 marzo 2014, sette giorni dopo, si è invece svolto – nella sede del Collegio universitario Santa Caterina da Siena – un convegno di studio, patrocinato dal Comune di Pavia, sul tema: “Carità e bellezza. Il servo di Dio Giancarlo Bertolotti: medico, studioso, cristiano”. Il programma, scandito in tre momenti, ha proposto la figura di “Giancarlo strumento di pace e carità”; quindi il “Giancarlo medico amico della vita”; infine lo “studioso della fertilità umana e del bell’amore” caro a Giovanni Paolo II.

Tra i relatori alcune figure storiche del volontariato pro vita e famiglia come don Franco Tassone (a lungo responsabile della “Casa del Giovane”); Sandro Assanelli (fondatore del CAV pavese), don Antonio Vitali (responsabile della casa di accoglienza di Belgioioso, la prima fondata in Italia); Arsenio Spinillo (direttore Clinica Ginecologica, Policlinico San Matteo); Laura Montanari e Giovanni Coven, colleghi di Giancarlo; Gabriella Bozzo (ginecologa al Niguarda di Milano), Silva Coppola (paziente di Giancarlo); Cesare Gianatti (esperto dei Metodi naturali di regolazione delle nascite); Cristina Domimagni (dirigente Asl ed ex allieva di Giancarlo). Ha diretto i lavori Gianni Mussini, primo presidente del Consultorio familiare, li ha conclusi – rileggendo le Beatitudini di Matteo – Mons. Gabriele Bernardelli, delegato vescovile per le cause dei Santi della Diocesi di Lodi.

 

Per chiudere degnamente le celebrazioni bertolottiane, il Consultorio familiare ha aderito alla serata di Tableaux vivants in programma il 2 aprile 2014 alle 21 nella chiesa di Canepanova, sul tema Via Crucis e Via Lucis. Manifestazione promossa dalla Pastorale Universitaria pavese insieme ai Frati Francescani e ai collegi Santa Caterina e Borromeo, con il contributo dell’Edisu.